ORTOFRUIT ITALIA VERSO LA GREEN-ECONOMY
Grazie alla collaborazione con il mondo universitario, Ortofruit Italia ha da tempo avviato un percorso di
valutazione delle performance ambientali del proprio sistema ortofrutticolo, che ha portato i temi dello
sviluppo sostenibile e della sostenibilità ambientale al centro delle strategie aziendali.
Questo ha comportato di fatto un approccio rinnovato verso il proprio sistema produttivo/commerciale,
avviato nella direzione della cosiddetta “green economy” (combinazione di sostenibilità ambientale,
economica e sociale).
Questo nuovo indirizzo della governance ha portato all’attivazione volontaria di numerosi percorsi di
certificazione ed etichettatura “ecologica”, tali da provare la sostenibilità dei processi produttivi e
rendere le filiere ecologicamente ed economicamente più virtuose e competitive. L’obiettivo assunto
è pertanto di qualificare il rapporto profitto-etica grazie a un’adeguata azione di
marketing, capace
di dare valore aggiunto ai marchi aziendali, che esprima altresì i principi etico-sociali cui Ortofruit
Italia intende attenersi nell’espletamento della propria mission aziendale.
In questa prospettiva, l’LCA (Life Cycle Assessment - Valutazione del Ciclo di Vita) rappresenta uno
degli strumenti fondamentali per l’attuazione di una Politica Integrata dei Prodotti, nonché il principale
strumento operativo del “Life Cycle Thinking”: si tratta di un metodo oggettivo di valutazione e
quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti potenziali associati ad un
prodotto/processo/attività lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al
fine vita (“dalla Culla alla Tomba”).
La rilevanza di tale tecnica risiede principalmente nel suo approccio innovativo, che consiste nel valutare
tutte le fasi di un processo produttivo come correlate e dipendenti.
A livello internazionale la metodologia LCA è regolamentata dalle norme ISO della serie 14040’s in base
alle quali uno studio di valutazione del ciclo di vita prevede: la definizione dell’obiettivo e del campo
di applicazione dell’analisi (ISO 14041), la compilazione di un inventario degli input e degli output di un
determinato sistema (ISO 14041), la valutazione del potenziale impatto ambientale correlato a tali
input ed output (ISO 14042) e infine l’interpretazione dei risultati (ISO 14043).
A livello europeo l’importanza strategica dell’adozione della metodologia LCA come strumento
di base e scientificamente adatto all’identificazione di aspetti ambientali significativi è espressa
chiaramente all’interno del Libro Verde COM 2001/68/CE e della COM 2003/302/CE sulla Politica
Integrata dei Prodotti, ed è suggerita, almeno in maniera indiretta, anche all’interno dei Regolamenti
Europei: EMAS (761/2001/CE) ed Ecolabel 1980/2000/CE. L’LCA offre quindi un supporto fondamentale
per:
• sviluppo e miglioramento di prodotti/processi;
• marketing Ambientale;
• pianificazione strategica;
• attuazione di una politica integrata dei prodotti e dell’ambiente.
Grazie alla collaborazione consolidata con il Dipartimento di Colture Arboree dell’ Università degli Studi di Torino (Facoltà di Agraria),
negli ultimi tre anni Ortofruit Italia ha sviluppato il progetto LCA sia per analizzare le emissioni delle principali filiere ortofrutticole, sia
per quantificare la capacità di immagazzinamento delle stesse, nonché degli impianti arborei e delle superfici boschive di proprietà
dei soci. In sintesi, l’analisi condotta ha valutato l’impatto delle filiere produttive del settore ortofrutticolo sull’ambiente, proponendo
forme di compensazione delle emissioni attraverso la valorizzazione di sistemi selvicolturali correttamente gestiti. A differenza degli
altri settori produttivi, infatti, quello agricolo non è soltanto fonte di emissioni di anidride carbonica, ma ha l’innegabile vantaggio di
poter esercitare funzioni di sequestro di CO2 , rendendo così possibile una compensazione interna delle emissioni.

Lo studio si è articolato attraverso:
• l’analisi del Ciclo di Vita (LCA) delle filiere produttive;
• la stima del sequestro di anidride carbonica delle superfici boschive e colture poliennali;
• il bilancio complessivo.
Operativamente, si è proceduto con un’analisi dell’attuale situazione in tema di sostenibilità nei settori agricoli e agroalimentari, che ha permesso
l’elaborazione di un protocollo in grado di quantificare gli impatti delle filiere fragola e piccoli frutti grazie all’applicazione della metodologia LCA
abbinata al calcolo della compensazione dello stesso sistema produttivo. La dotazione di ingenti superfici boschive della realtà agricola coinvolta
nel processo produttivo, nonché nel progetto, ha reso possibile la stesura di un eco-bilancio grazie alla compensazione locale delle emissioni di
anidride carbonica prodotte. Lo studio ha inoltre focalizzato le principali criticità delle filiere considerate in tema di
sostenibilità ambientale, evidenziando come l’utilizzo di materiali plastici tradizionali sia nella fase di campo (vivaio e coltivazione),
sia in quella del post-raccolta (packaging), determini i maggiori impatti calcolati.
Partendo da tali presupposti e analizzando quelle che sono oggi le possibilità di analisi ambientale (indicatori, metodologie, normative)
del settore agroalimentare, è stato avviato un percorso di valutazione delle performance ambientali di sistemi ortofrutticoli piemontesi,
per valutare come intervenire per rendere le filiere ecologicamente ed economicamente più virtuose e competitive. Obiettivo specifico
del progetto, infatti, è stato la messa a punto di una strategia impiegabile in azioni di marketing e capace di supportare e rafforzare l’immagine
del marchio del prodotto e dell’impresa. Il caso pilota analizzato è stata la linea di fragole piccoli frutti da qualche anno commercializzata
con il marchio Ortofruit “Delizie di bosco del Piemonte”, nata per valorizzare il forte legame con il territorio di questa tipologia di prodotto,
puntando sulla sua differenziazione e sul riconoscimento sui mercati nazionali e internazionali. Facendo leva sulla proprietà di questo
marchio, la governance aziendale ne ha ulteriormente rafforzato il senso investendo sull’immagine di frutti di alta qualità, prodotti con
metodi colturali rispettosi dell’ambiente.
Il valore della filiera si è così incentrato sulla sostenibilità ambientale (non ancora formalmente
certificata), leit-motiv del marchio “Delizie di bosco del Piemonte” quale eco-brand di “prodotti a
emissioni compensate”, attraverso la promozione e la commercializzazione di fragole e piccoli
frutti a impatto zero.
Questo approccio al marketing “sostenibile” valorizza da un lato il comportamento virtuoso
di chi si impegna a comunicare al consumatore in modo trasparente le caratteristiche del proprio
prodotto, dall’altro la promozione delle produzioni locali e delle risorse del territorio. Inoltre,
la scelta di compensare le emissioni attraverso la gestione virtuosa di superfici locali esistenti -
oltre a contribuire all’attenuazione dei cambiamenti climatici in atto - può rappresentare
un’opportunità nel miglioramento di gestione del patrimonio forestale, nella tutela dell’ambiente
e nello sviluppo socio-economico delle aree rurali e montane.
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